Salvatore di Bartolomeo – 1982

Un giovane artista dal segno graffiante e di vitalità plastiche che, da oltre un decennio è presente nella vita artistica nazionale ha dato, ancora una volta, una chiara testimonianza della sua forza espressiva con competenze e sensibilità sia nelle grandi dimensioni scultoree a tutto tondo che negli elaborati segno-colore su superfici piane.

La lievitazione della materia plastica si sviluppa e si evolve su due aspetti primari percorrendo la monumentalità celebrativa e la deformazione plastico-dinamica. La fusione di queste peculiarità fanno sì che il Catelli si pone al vertice di quei valori interpretativi attraverso la nobilita della materia.
In tal modo, e cioè all’in-terno di questi valori, l’artista recupera in chiave moderna il senso mitico del “bello vissuto” tipicamente mediterraneo. Giustamente Dario Micacchi tiene a sottolineare che “Camillo Catelli è ben consapevole tanto della melanconia frenante di Giorgio de Chirico quanto dell’avanzare drammatico ma positivo di Boccioni.

In tale conflitto ha creato sculture assai tipiche, tra le più originali e belle che sia dato di vedere della scultura italiana d’oggi”.