Domenico Guzzi – 1991
“Omaggio a Colombo”

Lo scultore avverte la materia come sensuale baroccheggiante richiamo. E crea forme che alludono al mistero. Così l’uomo s’addentrerà nell’antro oscuro; inoltro nell’ignoto. Foresta, intrigo di vele o cos’altro, va; e tanto è sufficiente ad evocare l’enigma, appunto, della nuova conquista. Del primo passo sulla terra sconosciuta, ma prefigurata. Quel viluppo formale, così, assumerà una molteplicità di valenze; non di meno riconoscendo un gusto per il finito e il non finito; per la scabrità e la levigatezza che collimano col senso più radicato del suo far scultura. Mentre forti ombre ritmano gli equilibri, in segno verticale.
Qui, di Colombo, sembrerebbe solo avvertirsi un’eco simbolica. Un mero obliquo richiamo che, d’altronde, amplifica l’inquietudine dell’immagine.