Salvatore di Bartolomeo – Tolentino (MC), 1996
“Il segno e la forma” (dal cat. della mostra a Palazzo Venucci)

Camillo Catelli, uno dei più interessanti scultori italiani della generazione di mezzo, allievo di Pericle Fazzini, è docente di Arti Plastiche a Roma dove ha studiato a Montesacro. Già dagli studi accademici, Catelli si pose in evidenza per la sua graffiante incisività grafica e volumetria plastica.

Nel tutto tondo Catelli ha sempre prediletto la figura umana in tensione con lo spazio come senso di liberazione. Notissimi i suoi “Utli”, volti bendati, corpi umani avviluppati e gruppi scultorei, molti dei quali sono stati la spinta creativa di diverse sue opere monumentali. In sostanza vediamo che nelle opere di Catelli non esiste mai un abbandono al figurativismo convenzionale, ma spesso ci si trova di fronte a delle modulazioni scultoree di lievitazione informale, quasi sintesi di reminiscenze barocche post-rinascimentali. Ed è proprio in questa mostra antologica di cartoni che si può avere un’analisi scheletrica e completa di bozzetti e progetti per opere scultoree.

Un artista che, tra l’altro, si può definire sensuale e di grande impronta espressionistica se ci rendiamo conto che le sue opere grafiche presentate in questa personale, nella loro incisività, riscattano quei contrasti timbrici eseguiti a smalti e ci rimandano alle avanguardie storiche del Brùcke. Uno scultore che è presente ufficialmente nella vita artistica nazionale ed internazionale da oltre trenta anni.